Vinitaly 2024: un successo per il vino italiano e le sue diverse anime

Il 56° Salone Internazionale dei Vini e Distillati si si è aperto ufficialmente domenica 14 aprile con l’inaugurazione, alla presenza di importanti figure istituzionali come il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.

Un’apertura che ha sottolineato l’importanza del Vinitaly come punto di riferimento per l’economia italiana e come strumento di promozione del vino italiano nel mondo.

Nel corso delle quattro giornate della manifestazione, ma soprattutto la domenica e il lunedì, sono stati numerosi gli operatori e gli appassionati che hanno affollato i padiglioni per scoprire le ultime novità del settore e degustare i vini di eccellenza provenienti da tutto il mondo.

Particolare interesse ha suscitato il Padiglione D dedicato ai produttori internazionali. Come sapete i miei Vinitaly sono focalizzati alla ricerca di bollicine metodo Classico. Qui oltre ai prodotti dei cugini d’oltralpe ho potuto degustare metodi champenoise provenienti dal Brasile (molta acidità ma nessuna mineralità), dalla vicina Slovenia (con grip e persistenza degni di nota) ed udite udite, perfino un metodo classico greco, sul quale però stenderei un velo.

Complice una serata in programma i primi di maggio con l’azienda Montonale, ho fatto anche un salto in Lombardia a sentire diverse Lugana. L’annata 2020 mi ha colpito per la sua acidità spiccata e la sua forza espressiva. Ho potuto apprezzare anche la versatilità della Turbiana, il vitigno principale del Lugana, che si presta a diverse vinificazioni. Manco a dirlo se spumantizzata col metodo classico l’acidità e la persistenza ne fanno un ottimo compagno da tutto pasto.

Tornando alle zone più vocate ho potuto degustare il nuovo Trentodoc Brut Millesimato 2020 della storica azienda trentina Pisoni. Questo spumante è prodotto interamente da uve Chardonnay coltivate nella Valle dei Laghi. Si distingue per la sua lunga permanenza sui lieviti, che gli conferisce nuovi e raffinati profumi e una sorprendente complessità

Il bilancio della kermesse conclusasi a Veronafiere il 17 aprile è sicuramente positivo. 97.000 presenze, di cui 30.070 operatori esteri da 140 paesi, hanno visitato i padiglioni della fiera, dimostrando l’interesse globale per il vino italiano. Un incremento significativo degli operatori esteri, a testimonianza del crescente appeal del vino italiano sui mercati internazionali.

Ci vediamo alla 57° edizione del 2025.

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