Champagne Experience 2023, un evento che fa sognare i bubbles lovers

Champagne Experience 2023 si è conclusa con un bilancio più che positivo, confermando la manifestazione come punto di riferimento a livello europeo per tutti gli operatori del settore e bubbles lovers desiderosi di conoscere le novità che animano la produzione del vino più imitato mondo.

Oltre 6000 visitatori, di cui il 78% professionisti, hanno affollato i padiglioni di Modena Fiere per degustare oltre 900 vini provenienti da 176 aziende, tra grandi Maison e piccoli vigneron che di anno in anno aumentano sempre di più la loro presenza.

Quest’anno ho finalmente imparato ad usare il pass stampa per saltare la consueta coda necessaria per poter accedere ai locali dalla fiera, stranamente più numerosa la domenica invece che di lunedì.

Tutto perfetto direte voi. Invece qualcosa andato storto c’è stato. Non ho trovato il mio “coup du coeur”, e si che ne ho fatto di assaggi.

Mediamente direi che i vignerons stanno elevando il tiro, ma nessuno ha fatto l’acuto fuori dal coro.

Ho notato che molti di loro utilizzano le “reserve perpetuelle” nelle cuvée e questo se da un lato garantisce una costanza di gusto, dall’altro equalizza anche le piccole differenze che a me piace trovare nei vari anni.

Detto questo MCE è sempre un’esperienza unica ed elettrificante.

E’ stato anche un momento conviviale dove incontrare di persona bubbleslover che vedi solo sui social. Nulla di meglio di una foto ricordo per suggellare l’inontro.

Il programma di master e sponsor class è stato particolarmente ricco di appuntamenti. Ho dovuto limitarmi a due per non rubare troppo spazio agli assaggi delle varie aziende. Comincio a credere che due giorni, visto il numero crescente di aziende, risulti esiguo… FIVI docet

Insomma, Champagne Experience 2023 si è confermata un successo, confermando Modena come capitale italiana e europea delle bollicine.

Cosa mi è piaciuto?

Andrè Jacquart Solera XB prodotto solo in 3.637 bottiglie

Un blanc de blanc della zona di Vertus nella Cote de Blancs. Le uve sono classificate premier cru, ma acquisiscono carattere e persistenza grazie all’utilizzo del legno in cui è conservata la reserve, all’assenza di malolattica, ed il basso dosaggio. Fra tutte quelle che ho assaggiato è quella che mi ricordo più volentieri. Da tutto pasto ma anche da godersi mentre si ammira un bel panorama.

Besserat de Bellefon Cuvée 180 anniversario

E’ stata realizzata per i 180 anni della maison in versione extra brut. Raffinato ed elegante blend di 60% Chardonnay – 30% Pinot Nero – 10% Meunier provenienti dai migliori cru aziendali, Mesnil-sur-Oger – Cramant – Mailly – Ambonnay – Chouilly – Mareuil,  ma sicuramente ne ho perso qualcuno. Due annate importanti: la 2012 che non ha bisogno di presentazioni e la 2015 che comincia ad esprimere tutto il suo potenziale. Risulta ammaliante all’olfatto, intrigante alla beva, con aromi non banali ed in continua successione. Speriamo di non dover attendere altri 180 anni per un prodotto del genere.

E per voi quali sono stati i migliori assaggi?

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