Manca veramente poco ai verdetti finali di questa 149° edizione del Carnevale di Viareggio.
Io ed il mio alter ego, @thebubbleslord, come succede da qualche anno, abbiamo giocato con i carri allegorici dei Maestri costruttori abbinandoci un prodotto , Metodo Classico, che potesse racchiudere l’essenza dell’opera.
Come al solito mi sono divertito molto e spero che la cosa diverta anche voi.
La classifica che segue è rigorosamente in ordine alfabetico di costruttore, quindi siete liberi di riordinarla in base alla vostre preferenze.
Buon Carnevale a tutti.
Il Sognatore, rappresentato da Don Chisciotte, è una figura indomita che non si piega alle avversità, ma si rialza continuamente perseguendo il proprio sogno. Nel mondo dello champagne Johann-Joseph Krugimpersonifica il Sognatore.Il suo sogno: fare il miglior champagne del Mondo. La sua filosofia: ripensare sempre da zero il prodotto in base all’espressione dell’annata e l’utilizzo dei “vin de reserve” per bilanciare le differenze. Associamo la Grande Cuvée 168 sfavillante alla vista come l’armatura del nostro eroe, vivace al naso come i movimenti del mascherone e incisivo e tagliente al gusto come la picca brandita dallo stesso. Un sogno che si traduce in realtà anno dopo anno.
La costruzione allegorica vede in primo piano un piccolo sparuto Pinocchio sovrastato da cinque figure che dispensano consigli su cosa sia meglio fare. La situazione mi riporta alla mente il lontano 1989 quando quattro delle regioni spumantistiche italiane identificarono nei loro territori le zone a migliore vocazione per la produzione di Metodo Classico. Volutamente o meno, questo non so dirvi, venne escluso il Piemonte che sentendosi messo in disparte, intraprese un percorso che portò alla nascita di Alta Langa. Senza ascoltare i consigli dei dotti medici e sapienti, questa denominazione si sta ritagliando una propria nicchia di mercato ed è sempre più ricercata dai bubbleslover.
L’opera vuole celebrare “Il mondo alla rovescia, lo stravolgimento della quotidianità, il ribaltamento dei ruoli” ed ha scelto come interprete l’artista Achille Lauro. Occorre un abbinamento altrettanto folle. Propongo Champagne -52 Cloe Marie Kottakis, Privilege Edition elaborato da Jamin. E’ uno champagne della Maison Drappier, 100% Pinot nero, che ha sostato 24 mesi sui lieviti prima di essere degorgiato. Per conservare il prodotto finito quelli di Jamin hanno pensato di cantinarlo per un periodo da 12 a 24 mesi a -60 mt. in acqua. Ciò per permettere alla massa energetica del mare di tenere premute le micro bollicine di CO2 nel liquido non permettendo loro di scappare dal tessuto del liquido e di fare perdere pressione allo champagne. Altri accorgimenti permettono di impedire all’acqua di mare di entrare nella bottiglia. Esiste qualcosa di più folle?…
Costruzione che ripropone in chiave Legge 626 la famosa favola di Esopo dove la formica lavora alacremente, in sicurezza, e la cicala se la gode. Mi piace accostarla al Brut d’autrefois della Maison Corbon. Il lavoro è svolto dallo Chardonnay, 90%, mentre il Pinot nero partecipa solo per il 10%. La formichina non lavora da sola ed infatti il nostro Chardonnay viene assemblato con il 50% di una reserve perpétuelle di più di trent’anni… un vero e proprio formicaio. Lo champagne che ne deriva possiede sia sensazioni di gioventù che di evoluzione tenute insieme da una piacevole balsamicità.
Le due maschere che accostano le labbra rappresentano il ritorno alla vita dopo il lockdown, il distanziamento, la negazione di abbracci. Le due figure sono composte da singoli elementi che ora scompongono ora ricompongono i distinti profili. Questo movimento rappresenta in modo esemplare l’assemblaggio, composizione della maschera, e la cuvée, il bacio fra le due figure. D’istinto mi è venuto di proporre lo Champagne Tattinger che nella versione millesimata si presenta con una cuvée metà Chardonnay e metà Pinot nero. Il perfetto equilibrio dei due vitigni regala sensazioni ora sopite ora esaltate in base all’annata di produzione. Filo conduttore sia note agrumate che fruttate con ritorni aromatici e delicata sapidità finale.
L’uguaglianza dei sessi con stessi diritti è il tema affrontato dai costruttori. Le due figure laterali, un uomo ed una donna futuribili sono delle stesse dimensioni per rafforzare il concetto di parità. Fra i due uno schermo rotondo che riproduce disegni psichedelici. La champagne Louis XV, millesimo 2012, racchiude in sé l’essenza del carro. Formato al 50% da Chardonnay, parte delicata e quindi riconducibile all’universo femminile, e dal 50% di Pinot Nero, più rappresentativa del mondo maschile, è una fusione di entrambi per il raggiungimento di livello superiore. I due pilastri si compenetrano grazie alla geniale mineralità che regala sensazioni caleidoscopiche sempre nuove ed avvolgenti. Come dicono gli inglesi una volta uscito non è facile rimettere il genio nella bottiglia…
Ripartiamo da zero. Solo una piccola inuit ha il coraggio di premere il pulsante per ricominciare da capo e dare una seconda possibilità al genere umano che ha perso troppo tempo per salvare il pianeta. Reinventare il presente in chiave green. Questo il filo conduttore che suggerisce il prodotto in abbinamento. Tesi tre, un Franciacorta dell’azienda Barone Pizzini che nel suo DNA ha la presenza di un terzo di Erbamat, uva autoctona che attualmente è ammessa nel disciplinare per non più del 10%. Attualmente prodotto in 5.000 bottiglie é una visione nuova del Franciacorta con prodotti più legati al territorio utilizzando un’uva che fino a un decennio fa era sconosciuta ai più. Ottima piacevolezza di beva data sia dall’acidità dell’Erbamat che dal basso dosaggio.
Sul proscenio del carro il bambino, che si affaccia alla vita, immagina un mondo fiorito e colorato. Ma il suo sogno è minacciato da tre grandi figure oscure che brandiscono pesati durlindane. Il prodotto in abbinamento deve tenere conto del trittico e del futuro, quindi di una possibile evoluzione. Il Brut Sous Bois della Maison Billecart-Salmon è composto da Chardonnay, Pinot nero e Pinot Meunier nella stessa percentuale e parte dei vini di riserva provengono da millesimi che devono ancora esprimersi. Dalle sensazioni olfattive leggermente ossidate, per l’utilizzo di legni nella prima fermentazione, ad un gusto teso ed appagante ci lascia immaginare piacevoli evoluzioni in un futuro, speriamo non troppo lontano.
La manipolazione è raffigurata in maniera negativa da un vetusto burattinaio che muove le sottostanti marionette a proprio piacimento. Ma la manipolazione può avere un’eccezione anche positiva come quella che caratterizza gli champagnes della Dom Pérignon. Il Vintage, 2012, millesimo di grande spessore, è figlio di un’annata particolare e della sapiente manipolazione di oltre 180 vini base provenienti da altrettante differenti parcelle produttive. Solo la mano attenta e l’esperienza pluriennale dello chef de cave possono amalgamarle in maniera perfetta per regalarci un’armonia esplosiva. Caleidoscopio al naso e vibrante al gusto… queste sono le manipolazioni che ci piacciono.