Figli di una Bollicina Minore III: Gli Autoctoni da Nord a Sud e ritorno

www.sommelierxte.it SommelierxteE’ partita la terza edizione di quello che ormai è diventato un consueto appuntamento, in Versilia, per gli appassionati di prodotti metodo classico. Anche quest’anno la prima serata è stata dedicata ai vitigni autoctoni. Molto apprezzata la location che ha visto il passaggio di testimone dalla storica sede alla nuova enoteca del Pinolo a Lido di Camaiore. Sette i prodotti in degustazione che hanno permesso ai venti degustatori presenti di compiere un viaggio enoico fra le varie regioni del Belpaese. Presenti prodotti con produzioni veramente da amatori, appena sopra le mille bottiglie, e produzioni con numeri più commerciali ma non per questo meno interessanti. I partecipanti, affezionati frequentatori della kermesse e nuovi amici, dopo una iniziale ritrosia hanno animato la serata, commentando, confrontando ed arricchendo con esperienze personali la degustazione dei vini.  L’ordine di servizio dei sette campioni selezionati per la serata è stato valutato in base alla permanenza sui lieviti dei vari prodotti che è risultato essere il seguente:

Puglia: Teanum, Brut 2012, Bombino 60%, Aglianico 40%

DOCG Erbaluce di Caluso: Gnavi Carlo, “Turbante”, Brut 2010, Erbaluce 100%

DOC Lessini: Casa Cecchin, “Nostrum” Extra Brut, 2010, Durella 90%, Pinot Nero 10%

Emilia Romagna: Mossi, “Cà del Morino” Brut s.a, Ortrugo 70%, Varie 30%

Toscana: Tenuta Mariani, “Fût de Chêne” Brut 2013, Sangiovese 100%

Lombardia: Ca’ dei Frati, “Cuvée dei Frati” Brut 2010, Groppello 35%, Marzamino 30%, Barbera 35%

Campania: Fontanavecchia, “Principe Lotario”, Brut 2008, Aglianico 100%

Di seguito riportiamo le impressioni di beva che sono uscite dal panel:

www.sommelierxte.it TeanumPuglia: Teanum, Brut 2012, Bombino 60%, Aglianico 40%

Il primo campione ad essere degustato è uno di quelli che prima abbiamo definito di nicchia, in quanto le bottiglie prodotte sono poco più di mille. Proviene dal sud del Paese, precisamente in Puglia a San Paolo di Civitate e le viti di aglianico sono allevate su suoli calcareo argillosi che ne amplificano la potenza. L’apporto acido del bombino bianco mitiga e verticalizza il gusto del vino. La cuvée sosta 24 mesi sui lieviti prima di iniziare il suo viaggio per la commercializzazione. Piacevole alla vista durante la mescita, forma un’abbondante schiuma che si dirada lasciando il posto a numerose festose bollicine che scoppiano in superficie. L’impatto olfattivo è discreto anche se la ricerca dei singoli profumi risulta un po’ ostica ai più. Apre con note posizionate su ricordi di frutta bianca, mela golden e pera williams in perfetta maturazione; lo spettro olfattivo si amplia in retrogusto con sensazioni di piccoli frutti rossi. Alla beva il vino gioca più sulla potenza che sull’eleganza. La bollicina bene integrata nel liquido manca un po’ di pungenza. Piacevole sensazione di “polvere”, riconducibile al terreno, che a fine deglutizione asciuga la cavità orale. Discreto il ricordo post beva.

 

www.sommelierxte.it TurbanteDOCG Erbaluce di Caluso: Gnavi Carlo, “Turbante”, Brut 2010, Erbaluce 100%

Altra chicca da degustare. Anche in questo caso siamo di fronte a produzioni limitate, circa 1.500 bottiglie. Il vitigno utilizzato, l’erbaluce, è estremamente duttile infatti viene utilizzato per vini fermi che passiti e non ultimo per i metodi classici. L’acidità intrinseca dell’uva e la struttura importante lo rendono perfetto per la spumantizzazione. Il produttore tiene il prodotto a contatto con i lieviti per 40 mesi prima di proporlo ai consumatori. Di un tenue giallo paglierino alla mescita ammalia per la sua brillantezza impreziosita da numerose e piccole bollicine che dal fondo del bevante guadagnano la superficie. Al naso apre con note agrumate citrine e di lime supportate da una sensazione di zafferano latente sul fondo; con l’aumentare della temperatura si percepisce anche un piacevole ricordo di toffee. In bocca è tagliente. La freschezza gustativa ed il supporto di una piacevole nota minerale, percepibile dopo la deglutizione, sono ben compenetrate nella struttura alcolica del vino. Piacevole la fattura della bollicina che stuzzica la lingua senza tormentarla. Persistente il gusto dopo la deglutizione.

 

www.sommelierxte.it Casa CecchinDOC Lessini: Casa Cecchin, “Nostrum” Extra Brut, 2010, Durella 90%, Pinot Nero 10%

Ci spostiamo nei monti Lessini per il terzo prodotto da degustare. Il nome evocativo della Durella, già codificata nel 1200, ci fa immaginare un prodotto “duro” caratterizzato da una freschezza marcata, propedeutica per la seconda rifermentazione in bottiglia. Il produttore ha lasciato riposare la cuvée sui lieviti per 42 mesi. Brillante giallo paglierino alla vista, dopo che si è dissolta la schiuma durante la mescita, arricchito di suadenti piccole perle. Al naso apre con profumi dolci di frutta a pasta bianca e gialla; poco percettibile anche la componente minerale che speravamo di trovare. In bocca entra stretto, la bollicina è rotonda e scivola bene sulla lingua, ma abbandona il vino troppo presto permettendo alla struttura di allargarsi nella cavità orale. Buona la freschezza, sotto tono la sapidità sul finale di bocca.  Forse un tempo di permanenza sui lieviti inferiore ci avrebbe regalato più grip in bocca.

 

www.sommelierxte.it MossiEmilia Romagna: Mossi, “Cà del Morino” Brut s.a, Ortrugo 70%, Varie 30%

Per l’ultimo dei campioni in veste bianca ci spostiamo i provincia di Piacenza, a Ziano Piacentino per l’esattezza, dove andiamo ad incontrare un’altra uva autoctona e poco conosciuta come l’Ortrugo. Un plauso all’azienda che in tempi non sospetti ha riscoperto e potenziato questo vitigno che altrimenti avrebbe rischiato di venire cancellato dalle nostre tavole. Piacevole alla vista con buona produzione di schiuma ed un bel colore paglierino brillante. Al naso, complice il dosaggio, si avvertono sensazioni di camomilla, caramelle inglesi, e nuances di cenere, chiude con ricordi di distillato ed uva passa. In bocca l’attacco è quello dei vini strutturati che si allargano nella cavità orale; un piacevole accenno ossidativo iniziale che si stempera nella beva. La bollicina è leggermente esuberante, per essere un 48 mesi sui lieviti, ma integrata nel vino. Un dosaggio inferiore potrebbe rendere più dinamico il vino in bocca ed alleggerirne il gusto.

 

www.sommelierxte.it Mariani rosèToscana: Tenuta Mariani, “Fût de Chêne” Brut 2013, Sangiovese 100%

Si gioca in casa con questo prodotto. In effetti è l’unica azienda che produce metodo classico nel comune di Bozzano limitrofo alla Versilia. E’ il primo anno che viene prodotto ed è stato messo in commercio parzialmente dall’azienda. Grazie alla conoscenza con Ido, titolare dell’azienda, siamo riusciti ad accaparrarci questo campione en primeur…. Il colore rosa corallo carico anche se brillante e ricco di bollicine, conferma quello che già indica il nome, ovvero un passaggio del vino base in legno. Ulteriore e definitiva conferma si ha all’esame olfattivo dove l’impatto è di tutto rispetto ed il ventaglio spazia da piccoli frutti rossi, a confetto e note casearie in chiusura. Manca un po’ di pungenza olfattiva che avrebbe reso meno dolce il bouquet. Coerente con il naso l’attacco in bocca è caratterizzato da una rotondità che dovrebbe lasciare il posto ad una maggiore incidenza della bollicina e lasciare emergere maggiormente la freschezza del sangiovese. Essendo ancora un “working progress” ci riproponiamo di riassaggiarlo.

 

www.sommelierxte.it Ca dei frati rosèLombardia: Ca’ dei Frati, “Cuvée dei Frati” Brut 2010, Groppello 35%, Marzamino 30%, Barbera 35%

La nostra metrica ci porta a Nord precisamente in Lombardia nella ridente cittadina di Desenzano del Garda terra di chiaretti. La base ampelografica di questo metodo classico è infatti quella tipica dei rosati del Garda in versione ferma. Il prodotto in degustazione sosta quarantotto mesi sui lieviti. Colore rosa a metà fra l’omonimo fiore ed un buccia di cipolla, molto particolare arricchito da un perlage fine e persistente. Naso elegante e suadente, leggermente femminile. Si ritrovano sensazioni floreali di rosa ed un leggero mughetto, piccoli frutti a bacca rossa in piena maturazione ed una piacevole nota minerale. Alla beva si apprezza la freschezza e l’equilibrio della struttura che ne fanno un prodotto fine e persistente. La bollicina è rotonda e perfettamente integrata nel liquido che conferisce il giusto grip senza essere invadente.

 

www.sommelierxte.it FontanavecchiaCampania: Fontanavecchia, “Principe Lotario”, Brut 2008, Aglianico 100%

La nostra ultima tappa ci porta in Campania, precisamente a Torrecuso di Benevento dove normalmente l’aglianico del Taburno viene fatto in versione ferma. Nel caso del nostro prodotto invece viene spumantizzato con la tecnica della rifermentazione in bottiglia ed una sosta sui lieviti di ben 60 mesi. Molta era la curiosità di confrontarci con questo prodotto sia per il vitigno che per la permanenza in bottiglia. Rosa antico intenso che genera una spessa schiuma alla mescita arricchito da numerose catenelle di bollicine fini e persistenti. Naso di impatto, con leggera sbavatura alcolica, posizionato su frutti rossi maturi e sovra maturi, leggere note di terra asciutta ed un accenno di cipria. In bocca è potente. La struttura è larga e ben equilibrata. Buona la freschezza gustativa ed è anche percepibile una nota polverosa di terra già riscontrata al naso che asciuga la bocca dopo la beva. Bollicina integrata e rotonda ma di poca durata. Una maggior pungenza avrebbe migliorato il gusto.

www.sommelierxte.it FBM III Degustatori

 

 

 

 

 

 

 

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