Spumantitalia non è stata una semplice degustazione, ma un vero e proprio viaggio sensoriale nel cuore pulsante della spumantistica, metodo classico, italiana. Un evento che ha celebrato con passione e competenza l’eccellenza del Metodo Classico, mettendo in luce la straordinaria diversità che il nostro Paese sa esprimere in ogni calice. Dai grandi nomi che hanno fatto la storia alle piccole realtà che custodiscono gelosamente i segreti del territorio, Spumantitalia è stata una vetrina imperdibile per chi, come me, ama le bollicine che raccontano storie di uomini, vigne e tradizioni.
Nel pomeriggio di venerdì 9, il Palazzo della Borsa, presso si sono svolti tre interessanti talk show che hanno toccato temi di attualità per il futuro del vino italiano, tra sfide e opportunità: enoturismo, formazione, marketing, sostenibilità e dialogo intergenerazionale.

A conclusione della giornata, il patron del Magazine Bubble’s, Andrea Zanfi, ha celebrato l’eccellenza spumantistica italiana con la consegna degli Attestati agli Ambasciatori del Brindisi Italiano: un riconoscimento alle aziende che hanno saputo innovare, raccontare e valorizzare con visione il comparto delle bollicine italiane. Oltre che alle selezionate aziende sono stati nominati anche gli Ambasciatori della comunicazione, di cui faccio parte.
I successivi due giornisono stati scanditi dalle Masterclass dedicate alle molteplici bollicine classiche presenti. Focus sui territori, approfondimenti su prodotti che hanno sfidato il tempo per arrivare fino a noi, integri e accattivanti e due masterclass dedicate ai prodotti degli ambasciatori del brindisi italiano hanno visto la sala degustazione sempre esaurita. Le degustazioni sono state condotte abbandonando le “regole” fredde e impersonali classiche per abbracciare un approccio più umano, più coinvolgente. I presenti sono stati chiamati, attivamente a comunicare le emozioni, i ricordi, le esperienze che quel particolare prodotto suscitava in loro, perché il vino non è solo una somma di aromi e sapori, ma un’esperienza unica e irripetibile, che si colora delle sfumature della nostra anima.

Ma veniamo al cuore dell’evento: la degustazione Old Sparkling con metodi classici con più di 120 mesi sui lieviti. Ogni assaggio è stato un’emozione, un tuffo in un mondo di profumi, sapori e sensazioni. E tra tutti, uno ha fatto vibrare le corde del mio cuore in modo particolare:
- Enrico Serafino Cerere 140 2011: Questo Alta Langa DOCG Riserva Pas Dosé è stato, senza ombra di dubbio, la star indiscussa della degustazione, conquistando tutti i palati e tutti i cuori. 140 mesi di affinamento sui lieviti, si avete letto bene e potrei aggiungere…. e non sentirli. Un’attesa ripagata da un’esplosione di complessità, piacevolezza ed eleganza. Al naso, un bouquet inebriante; attacco distinto di pompelmo rosa, a seguire frutta disidratata, nocciole co riconoscimenti ancora perfettamente fragranti. Al palato, una cremosità avvolgente, una trama vibrante e un finale saporito che ti resta nel cuore. Un vino che emoziona, che fa sognare, che celebra l’eccellenza di un territorio vocato alla spumantistica.
A seguire, in ordine di degustazione, gli altri protagonisti che hanno saputo regalarci momenti di puro piacere:
- Gancia Cuvée 120 Riserva 2010: Un altro grande Alta Langa DOCG, che con i suoi 120 mesi di affinamento ci ha regalato un’esperienza sensoriale intensa e complessa. Un vino che parla il linguaggio del tempo, con note terziarie e una struttura evoluta che ne fanno un compagno ideale per le occasioni speciali.
- Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso Goccia d’Oro 2014: Un Caluso DOCG che mi ha sorpreso per la sua freschezza e mineralità, nonostante i 96 mesi di sosta sui lieviti. Un vino che esprime l’anima del vitigno Erbaluce, con un carattere vivace e un finale piacevolmente sapido.
- Tenuta Roletto Centoventi: Un’altra interpretazione affascinante del Caluso DOCG, questa volta con un affinamento estremo di 120 mesi. Un vino che mi ha conquistato per le sue poliedriche sensazioni olfattive, la sua struttura flessibile e la sua eleganza senza tempo.
- Cesarini Sforza Aquila Reale Riserva 2013: Un TrentoDoc che incarna la potenza e l’eleganza delle montagne trentine. Uno Chardonnay in purezza che affina per oltre 90 mesi, regalandoci un sorso intenso e persistente, con una sapidità che ti fa sentire la roccia nel bicchiere.
- Parusso 100 Mesi Etichetta Nera 2010: Un Metodo Classico che mi ha emozionato per la sua originalità, nato dall’anima del Nebbiolo. 100 mesi sui lieviti per un vino che sorprende con le sue note di rosa e frutta disidratata, e che ti avvolge con la sua eleganza e la sua finezza. Servito in formato magnum, una delle 103 realizzate nel millesimo.
- Bruno Verdi Vergomberra 2019: Un Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG che mi ha colpito per la sua freschezza e coerenza di gusto, espressione di un territorio di grande potenzialità ma ancora con risultati a macchia di leopardo. Un Dosaggio Zero che esalta la purezza del Pinot Nero e dello Chardonnay, con un sorso vibrante e un finale sapido.
- Rocche Dei Manzoni Valentino, Elena: Un altro piemontese, un blend di Chardonnay e Pinot Nero che affina per circa 48 mesi. Un vino che pur essendo un giovincello nella batteria (c’è stato un arrocco con il brut () di 120 mesi) con la sua bevibilità, frutto di un’attenta cura in vigna e in cantina, ha regalato piacevoli sensazioni agrumate e fruttate.
- Ricci Curbastro Gualberto: Un Franciacorta Dosaggio Zero che mi ha chiuso degnamente questa carrellata per il suo equilibrio e la sua persistenza. Un vino che racconta la storia di un territorio e la passione del produttore. Un ingresso cremoso, un sorso fresco e minerale che ti lascia un ricordo indelebile. Servito in formato magnum.

Spumantitalia è stata per me un’esperienza formativa e la scusa per innamorarmi ancora di più di questo mondo affascinante. Un evento che mi ha lasciato il cuore pieno di gioia e la mente ricca di nuovi spunti e riflessioni. Perché il vino, in fondo, è questo: un’emozione condivisa, un legame tra la terra e il cielo, un’espressione dell’anima umana che non smette mai di stupirci.