Serata "AIA"

Visto la buona riuscita della prima prova ed i commenti entusiasti degli otto degustatori che formano il panel d’assaggio di questa compagnia enogastronomica abbiamo deciso di ripetere l’esperimento. Dopo l’inizio in terra straniera ci siamo sentiti in dovere di ritornare in terra natia che è produttrice di blasonati vini; la toscana. Non è stato facile scegliere i vini della serata, ma un po’ per gioco un po’ perché spinti dalla curiosità di avere nel bicchiere dei mostri sacri abbiamo deciso di fare la serata “AIA” ovvero degustare i tre prodotti simbolo della Toscana che terminano con questa desinenza: Solaia, Sassicaia ed Ornellaia.
Ovviamente bisognava dare una logica alla serata e ci è venuto in mente di valutare l’evoluzione di questi mostri sacri nel tempo; abbiamo quindi confrontato due annate prestigiose come la ’99, e la ’95 che sulla carta potevano essere equiparate per valutare con i nostri sensi quale delle due fosse più meritevole. Potevamo accontentarci di ciò…? Ovviamente no..:-) Per cui per rendere il tutto più intrigante e per bere senza timore reverenziale abbiamo inserito alla cieca una settima bottiglia “l’Intruso” che ha svolto il ruolo di battitore libero per depistarci. Ed il bello è che ci è riuscito in pieno. L’intruso ovvero il Saffredi ’99, che per prezzo e blasone doveva essere notevolmente inferiore agli altri è risultato il prodotto più piacevole, equilibrato ed armonico, tanto che all’unanimità è stato definito il vino della serata. Grande lo stupore nell’aprire la stagnola e non trovare uno degli “AIA”, ma il bello delle degustazioni bendate è proprio questo. Per non farci mancare nulla prima della serata, come filo conduttore con la precedente degustazione, abbiamo iniziato un millesimato francese, per la precisione un ’88 di Maurice Vesselle, récoltant manipulant di Bouzy che ci ha ammaliato per la sua piacevolezza di beva ed il suo equilibrio di gusto. Degna fine della degustazione con un Tokaji ungherese 6 puttonios annata ’95. Ovviamente tutto questo liquido andava accompagnato da qualcosa di veramente importante che non prevaricasse i vini ma che non restasse schiacciato degli stessi. Il compito è staro affidato al nostro amico di lunga data, chef Cristiano Tomei, patron del ristorante l’Imbuto che ha ben valorizzato il connubio cibo-vino. Menzione speciale per Cristiano… è stato l’unico (anche se non faceva parte del panel) a beccare l’intruso… Complimenti.

Di seguito le note della degustazione.

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