Alto Adige DOC Praeclarus Noblesse 2005 un vino che non ti aspetti…

www.sommelierxte.it Praeclarus Noblesse 2005Sono passati ormai diversi anni da quando ancora studente al corso professionale sommelier uno dei miei maestri confessava pubblicamente, che pasteggiava abitudinariamente con bollicine, nel caso specifico Champagne. Devo dire cha all’inizio questa affermazione mi sembrava una provocazione più che un credo ma più passa il tempo e più mi rendo conto, anche se alcuni di voi poteranno pensare che lo dica per allinearmi alle attuali tendenze di mercato, che esiste la possibilità di poter pasteggiare a bollicine riuscendo a fare degli abbinamenti pressoché perfetti ed ovviamente non solo a Champagne.

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Il mio termine generalista di bollicine va inteso nel senso di prodotti ottenuti col Metodo Classico, non perché siano da denigrare i metodi Charmat o Martinotti, ma semplicemente perché solo un prodotto ottenuto con la rifermentazione in bottiglia può avere una struttura tale da reggere il confronto con certi piatti strutturati. A riprova di quanto asserito ho avuto il piacere di degustare una chicca prodotta in Alto Adige, Cantina Produttori di San Paolo, omaggiatami da un mio caro amico che reduce da una settimana bianca ha voluto farmela sentire. Il prodotto in questione è il Praeclarus Noblesse 2005, una cuvèe brut composta dal 50% Chardonnay, 10% Pinot bianco, 40% Pinot Nero. Di colore paglierino con ottimi riflessi oro, produce un abbondante schiuma versato nel bevante. Il treno di bollicine che continua ad alimentare la fontanella centrale è compatto, siamo di fronte ad un bel prodotto. Al naso apre con sensazioni agrumate, cedro e pompelmo, per passare a note di frutta a pasta bianca, le note delle  tipiche mele della Valvenosta e qualche accenno di frutto tropicale, ottimo minerale al naso celato da un ricordo di geranio.  In bocca dimostra tutto il suo valore. Bolla piccola che accarezza il palato, che permette al prodotto di stuzzicarci tutta la cavità orale senza essere invasivo. La discreta morbidezza in entrata non deve ingannarci, infatti il suo carattere di vino di montagna viene fuori splendidamente condensando quelle note di minerale percepite al naso in un grip piacevole sulla lingua.  Persistente e di ottima struttura, forse arricchita da un parziale passaggio in legno dei vini base o dall’aggiunta di liqueur, ma che non snaturano l’essenza di questo prodotto. Peccato averne avuto solo una bottiglia, ma visto che il vino va bevuto e non conservato non ho rimpianti. Vi starete chiedendo con cosa ho abbinato questo prodotto. No niente cruditèe o pesce, ma carne bianca  e vi posso assicurare che l’abbinamento era di tutto rispetto.

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