FBM8 – Focus su Oltrepò Pavese

Il terzo appuntamento di questa serie di incontri è stato uno dei miei preferiti perché non ho dovuto fare praticamente nulla…. Ad illustrare il territorio dell’Oltrepò Pavese due produttori che lo conoscono palmo palmo, Luca Padroggi dell’azienda La Piotta e Chiara Torti dell’azienda Pietro Torti. Sono amici di vecchia data ed hanno già partecipato a passate edizioni di FBM VI. Con loro mi sono appassionato ad approfondire tematiche non pertinenti alla degustazione. Perché tanti produttori in Oltrepò rinunciano alla DOCG ed imbottigliano VSQS? Oppure, perché questo dilagare di prodotti Bio? Abbiamo avuto un nuovo punto di vista e la cosa ha interessato tutti i presenti. No non vi dirò quello che è venuto fuori… sareste dovuti intervenire alla serata. Quello che posso dirvi sono le mie impressioni sui prodotti degustati, basta che abbiate voglia di continuare a leggere. Per concludere, il prossimo 7 dicembre sarà l’ultimo appuntamento del 2022. Ancora una volta faremo una carrellata, in veste bianca, di prodotti particolari provenienti da diverse regioni italiane. Una serata che ci permetterà di scoprire prodotti di nicchia.

DOCG OP Metodo Classico Pinot nero: Pietro Torti, Brut 2019., pds 24, Pino Nero 85%, Chardonnay 15%

Avevamo già degustato il fratello in versione Pas Dosè in FBM V e se vi ricordate ci era piaciuto molto. Questa volta Chiara ha preferito portare la versione Brut, con basso dosaggio a dire il vero, che lo rende più “agreable” ai palati più delicati. Versato nel bicchiere sprigiona una lucente e cremosa spuma che fatica a diradarsi. Il perlage è composto da diverse catenelle che gioiose arrivano in superficie liberando il gas contenuto. Al naso ha una buona spinta dei profumi che possiamo identificare in frutti a pasta bianca come pesca tabacchiera e ricordi di susina. I fiori ricordano il biancospino ed il fiore di tiglio. In bocca la bollicina è morbida, avvolge la nostra cavità orale staccandosi leggermente dal liquido. La presenza dello chardonnay ingentilisce il gusto e dona al contempo una piacevole sensazione di disidratazione. Medio ricordo dopo la deglutizione. Ottimo inizio.

Lombardia: Lozza, “Cuvée Benedetta” Brut s.a., pds 36, Chardonnay 100%

Ecco una cosa che normalmente non ti aspetti. Oltrepò, patria del Pinot Nero, una DOCG dedicata al metodo classico che valorizza questo vitigno ed invece un prodotto in cui il Pinot Nero è completamente assente. Diciamo che è una nuova moda. Alcuni produttori vogliono esprimere il territorio attraverso un vitigno diverso: lo chardonnay. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un prodotto Bio raccolto esclusivamente a mano con cernita delle uve. Versato nel bicchiere notiamo la spuma color avorio anche se meno lucente e cremosa di quella del precedente campione. Perlage interessante sia per fattura delle bollicine che per velocità di risalita. Al naso esce la potenza dei profumi. Da terreni marno argillosi non possiamo certo pretendere finezza. Frutta a pasta bianca, mela renetta e pesca noce integrati da ricordi di fiori di sambuco caratterizzano l’olfatto. In bocca ancora una volta si sente la potenza del territorio. Piacevole freschezza, ma la struttura è larga e si adagia nella nostra bocca. La bollicina è integrata nel liquido e fatica a solleticare il palato. Persistenza nella media.

Lombardia: Pietro Brandolini, “Note d’Agosto” Extra Brut Rosé s.a., pds 36, Pinot nero 100%

Primo ed unico prodotto in versione rosata della sera. Tecnicamente potremmo definirlo Cruasé, prodotto in veste rosa ottenuto con esclusivo utilizzo di Pinot Nero, ma il fatto che attualmente il produttore non aderisca al consorzio gli preclude questa dizione. Alla vista è di un delicato colore salmone grazie anche al clone di pinot scelto che ha la buccia sottile e all’età delle viti aventi circa 40, 65 e addirittura 100 anni di vita. La spuma prodotta ha la tonalità della cipria ed una pregevole compattezza; col tempo forma una collarette sui bordi del bevante. Il pinot Nero è riconoscibile al naso. Apre con nota agrumata di pompelmo rosa ma poi arriva il corredo tipico di piccoli frutti rossi, ribes, uva spina, e neri che ricordano il cassis: tutti molto fragranti. Chiude con accenni di melograno. In bocca la bollicina è un mix di quelle degustate precedentemente. Integrata nel vino, ma piacevolmente espansiva in bocca. La freschezza regola il gusto e sul finale abbiamo un ritorno agrumato. Medio il ricordo dopo la deglutizione.

Lombardia: Scuropasso, “Roccapietra” Extra Brut s.a., pds 50, Pinot nero 100%

L’azienda già dal nome risulta essere legata al territorio. Scuropasso è una delle valli presenti in Oltrepò, mentre il nome del prodotto è la sintesi dei nomi dei due comuni simbolo della valle Scuropasso: Rocca de’ Giorgi e Pietra de’ Giorgi. In questo caso siamo di fronte al un “Blanc de Noirs”, ovvero un prodotto in veste bianca ottenuto partendo da uve nere. Brillante veste paglierina alla mescita. Buona formazione di schiuma e di pregevole fattura. Perlage in linea con i campioni precedenti. Al naso i profumi, complice la lunga maturazione sui lieviti, si posizionano su sensazioni più evolute. Accenni di pasticceria e crema catalana con finale fruttato e floreale. L’ultima nota è uno sbuffo di gelsomino. Tutti i profumi risultano pungenti e non stanchi. In bocca percepiamo un aumento di struttura ma sempre in perfetto equilibrio con la dominante delle durezze. La bollicina è piccola, setosa e rotola piacevolmente sulla lingua. La persistenza è maggiora che nei campioni precedenti.

Lombardia: La Piotta, “89-90” Pas Dosé 2015, pds 68, Pinot nero 100%

Dulcis in fundo La Piotta dell’amico Luca Padroggi. Con Luca ci siamo conosciuti a Bollicine … mon amour una manifestazione di metodi classici, manco a dirlo, che purtroppo non fanno più. Ha partecipato a numerose edizione di FBM, V, VI, VII ogni volta con prodotti sempre nuovi. Per questa edizione oltre al vino degustato ha portato, per pochi intimi, anche un’annata, la 2015 degorgiata nel 2018, quindi con quattro anni si evoluzione sulle spalle e la prima annata di 89-90, 2013, sboccata a gennaio 2019. Non vi posso fare il resoconto di queste due bottiglia, ma hanno bene impressionato i presenti. Tornando al prodotto della serata si presenta con una bella spuma avorio carico molto cremosa. La recente sboccatura conferisce al perlage forza e persistenza ed infatti i treni di bollicine sono molteplici. Al naso si percepiscono sensazioni evolute ma ancora fragranti. Ancora un ingresso agrumato con ricordi di bergamotto, poi un frutto della passione, prugna e note finali di piacevole mineralità. In bocca è scattante e dinamico. La bollicina, cremosa, lavora a fianco della freschezza per poi cedere il passo ad una piacevole scia sapida anticipata al naso. Il gusto è appagante e la bocca resta pulita pronta per il prossimo sorso.

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