FBM8 – Da Nord a Sud 

Siamo giunti al termine anche per questa edizione di FBM. Tanti i dubbi iniziali; in particolare se la formula utilizzata finora fosse sempre attuale o meno. I numeri fortunatamente hanno fugato queste apprensioni. Più di 80 persone hanno partecipato al ciclo d’incontri, più di 25 cantine hanno voluto prendere parte alla manifestazione, alcune delle quali in presenza. Due serate “master class” e due serate generaliste per accontentare il maggior numero di partecipanti. Prodotti sempre diversi provenienti da zone vocate e non, da vitigni internazionali o tradizionali, da ogni parte d’Italia. Attenti i partecipanti a carpire le informazioni che solo i produttori possono passare in maniera così puntuale. Clima disteso e gioviale nelle cene a seguire dove abbiamo potuto provare abbinamento cibo-vino con i piatti proposti. Che dire d’altro. L’ultima serata è stata una passeggiata fra diverse regioni italiane che ha permesso di valutare come, in alcuni prodotti, lo stesso vitigno possa dare sensazioni moto diverse in base al territorio di provenienza. Incuriositi? Bene non vi resta che continuare a leggere le note di degustazione. Per il resto do appuntamento a tutti alla prossima edizione di FBM. Arrivederci.

Emilia Romagna: Zerioli, Brut s.a., pds 24, Pinot Nero 100%

Con Filippo Zerioli ci siamo conosciuti al Vinitaly 2022. A dire il vero è lui che mi si è avvicinato mentre stavo degustando il suo prodotto ad una stand collegiale. Siamo entrati subito in sintonia tant’è che prima di presentarlo a FBM avevo già coinvolto un gruppo di amici per comprarne qualche cartone. L’azienda si trova a Ziano Piacentino dove su terreni calcareo argillosi, ad un’altezza di media collina, viene allevato il Pinot Nero utilizzato in questo monocultivar. Versato nel bicchiere ha un colore paglierino di ottima vivacità. I treni di bollicine di risalita sono molteplici e con buona forza tanto che formano la fontanella nel centro del bevante. Ricordi di piccoli frutti rossi e neri al naso che si arricchiscono con sensazioni di rosa e un leggero accenno tostato. In bocca la bollicina ha grip ma non è invadente, lavora in perfetta sinergia con la freschezza. Manca un po’ di scia sapida sul finale, ma comunque è stato un ottimo inizio

Franciacorta: Mirabella, “Demetra” Pas Dosè s.a., pds 24, Pinot Bianco 100%

Passiamo in Franciacorta, terra dello Chardonnay e del Pinot nero. Il prodotto che ci accingiamo a degustare, invece è un Pinot Bianco, vitigno su cui pochi produttori hanno creduto in quanto è un’uva agronomicamente difficile dal grappolo fitto e la buccia sottile. Mirabella invece da sempre la alleva e continua a farlo anche in modo sperimentale, col vigneto dietro il corpo di fabbrica che contiene la cantina, con barbatelle selezionate da vecchie vigne. Il vitigno storico Mirabella da addirittura il nome all’azienda. Lo versiamo nel bicchiere. Colore giustamente più scarico del campione precedente impreziosito da un piacevole perlage alla vista non molto impetuoso. Al naso apre con sentori agrumati e frutta a pasta bianca, pesca tabaccaia. Note di biancospino sul finire. In bocca l’attacco è citrino, complice l’assenza di dosaggio. La bollicina scivola sul palato in maniera elegante ma un po’ più di grip sarebbe stato auspicabile. La freschezza è su note agrumate di lime e in persistenza si affaccia una piacevole nota minerale.

Lombardia, Cantine Virgili “Bollicine Montaldo”, Extra Brut 2020, pds 24, Chardonnay 80%, Pinot nero 20%

Con Andrea dell’azienda Virgili ci siamo trovati subito in sintonia. Non avendo potuto assaggiare i prodotti che aveva in commercio, in quanto tutti venduti, siamo rimasti d’accordo che avrebbe fatto una nuova sboccatura a fine novembre per poterci fornire i prodotti. Non contento di questo, per essere sicuro che il prodotto fosse consegnato nei tempi e modi giusti, Andrea me lo ha portato direttamente a Viareggio. Un senso di rispetto verso i clienti che andava rimarcato. L’azienda ha sede a Mantova, quindi ci troviamo a sud del lago di Garda, dove si beneficia ancora del clima mediterraneo. Proviene da uve internazionali allevate su terreni morenici ad un’altezza di circa 150 mt.slm. Alla mescita è di un bel giallo paglierino con riflessi satinati. I treni di bollicine hanno la giusta velocità di risalita. Al naso i profumi, sporcati da una solforosa ancora ben presente data la recente sboccatura, giocano su fiori bianchi e frutta a pasta bianca. Su tutti una mela cotogna ed un accenno di gelsomino. In bocca la bollicina è impetuosa ma di pregevole fattura. Ancora da raggiungere l’equilibrio gustativo dato che al momento le varie componenti non dialogano a sufficienza. Finale di bocca fresco e pulito. Mi sono proposto di riassaggiarlo fra qualche mese per valutarne l’evoluzione.

Marche: Casale Vitali, “Mont’illi”, Brut 2019, pds 26, Sangiovese 50%, Passerina 50%

Seconda bottiglia dell’azienda che abbiamo degustato in versione rosata. I più attenti si ricorderanno che ne abbiamo parlato in FBM IV e qualche cosa di allora la ritroviamo sempre nel bicchiere. La cuvée di questi due vitigni ancora non ci convince appieno. Le due anime restano distanti e non si fondono insieme per regalarci sensazioni univoche, ma andiamo con l’assaggio. Bel giallo paglierino alla vista ma le bollicine sembrano più stanche di quelle dei campioni precedenti. Non abbiamo la fontanella centrale ma la formazione di una collarette che dai lati del bevante va a ricoprire tutto il disco del liquido. All’olfatto è un mix fra accenni agrumati, pompelmo giallo, piccoli frutti rossi, a tratti fragranti, e frutta a pasta bianca, ma evoluti, come una mela al forno. Al gusto abbiamo acidità e rotondità che si guardano ma non si fondono. Attacco fresco con copiosa salivazione che poi viene sormontata da un tenore alcolico che allarga il gusto. La bollicina non aiuta la freschezza in quanto come anticipato alla vista non è dotata di sufficiente pungenza. La sensazione in bocca è quella di una noce di burro acidificato.

DOC Trento Valentini di Weinfeld, Brut 2018, pds 30, Chardonnay 100%

Fratello in veste bianca di quello degustato due sere fa in veste rosa. Viene abbandonata la combinazione col Pinot Nero per concentrarci unicamente sullo Chardonnay. Bisogna riconoscere che questo vitigno ha trovato in Trentino la sua patria d’elezione. Come sa Patrizia Pensini, pur che abbia apprezzato molto la versione rosata, questo prodotto rientra più nelle mie corde. Ma sentiamo cosa ci racconta. Alla vista è di uno sfavillante giallo paglierino che rifrange perfettamente la luce del locale. Al naso si offre con profumi fragranti come si conviene. Fiori di sambuco, seguiti da ricordi di frutta bianca associabili ad una mela renetta ed accenni minerali. In bocca la bollicina si integra perfettamente nel liquido e rafforza la freschezza che risulta piacevole e gustosa. In chiusura di bocca la sapidità prolunga il gusto rendendo la bocca perfettamente asciutta e pronta ad un nuovo sorso.

Lombardia: Vedrine, “Nuit Rosè”, Brut 2019, pds 36, Groppello Gentile 100%

Anche Dario Ferrarini è una vecchia conoscenza di FBM. Fin da FBM IV Vedrine è stata presente. Abbiamo potuto apprezzare i tentativi di cambiamento nel tempo di questo prodotto. Nato come Brut, Dario ha provato a realizzarlo anche nella versione Pas Dosè con l’aggiunta di piccole quantità di barbera nella cuvée, ma poi è tornato a proporlo nella versione iniziale. Che abbia contribuito anche la nostra impressione di beva? Non starò a dilungarmi quindi sulle caratteristiche dell’azienda, 100% bio, perché chi fosse interessato può reperire le informazioni nei precedenti post. Versato nel bicchiere si presente con un colore a metà strada fra il salmone ed il corallo con il suo delineato corredo di piccole bollicine. Le sensazioni olfattive sono giocate su piccoli frutti rossi, delicati e fragranti. Ribes e lampone, non perfettamente maturo, anticipano ricordi floreali di malva e peonia. Alla beva apprezziamo una bollicina composta che si integra piacevolmente nella struttura del vino. Supporta la freschezza amplificandone gli effetti. Sul finale di beva la bocca non resta completamente pulita, complice i 13% di tenore alcolico, ma da come ce lo ricordavamo sono stati fatti decisi passi in avanti. Complimenti.

Lombardia, Vedrine “Nuit Dorée”, Pas Dosé 2018, pds 36, Erbamat 50%, Groppello Gentile 50%

Anche il secondo prodotto di Vedrine è una vecchia conoscenza. Avevamo avuto il piacere di degustarlo come anteprima in FBM VII. Era la prima versione, con una permanenza sui lieviti metà di quella attuale. In chiusura di articolo, noi auspicavamo una maggiore sosta sui lieviti. Complice lo stop forzato della pandemia la versione odierna risulta più strutturata e più complessa. Ma procediamo con ordine. Lo versiamo nel bicchiere e il suo colore giallo paglierino ci accoglie. La spuma che produce è cremosa e compatta, di colore tendente all’avorio. Diversi fili di piccole catenelle si levano dal fondo del bevante per liberarsi nell’aria. L’aspetto olfattivo è delicato ma interessante. Mix di due anime troviamo sia ricordi di piccoli frutti rossi percepiti nell’altro prodotto, arricchiti da ricordi agrumati di pompelmo rosa ed accenni di melograno. In bocca la bollicina lavora bene: rotola senza provocare eccessivo pizzicore. L’equilibrio è regolato dagli aromi di bocca che hanno un piacevole ritorno agrumato. Anche in questo caso il buon Dario ha fatto passi avanti.

DOC Trento Villa Corniole, “Salisa” Brut 2017, pds 38, Chardonnay 100%

Secondo prodotto trentino che interpreta magnificamente il territorio. Premetto che ho custodito questi vini per un anno, in quanto avrebbero dovuti essere presentati nell’edizione che per problemi pandemici è saltata. Ci troviamo in Val di Cembra, su terreni di matrice vulcanica, a 600 metri sul livello del mare. Parliamo di viticultura eroica, in quanto le vigne sono allevate su strisce di terreno contenute in muretti di porfido mantenuti dai produttori nei mesi estivi. Raccolta esclusivamente a mano e controllo dei grappoli prima della pressatura soffice. Curiosità il nome del vino è l’acronimo dei nomi delle tre figlie, di Maddalena ed Onorio, Sara, Linda e Sabina. Alla vista è sempre giallo paglierino con ottima vivacità e produzione di bollicine. I profumi, pungenti, hanno sul finire una piacevole evoluzione. Presenti una frutta gialla di matrice tropicale, frutto della passione e papaia, non perfettamente maturi, sorretti da una pregevole nota minerale. Sul finire accenni di crema pasticcera e caramello. In bocca la CO2 è integrata nel liquido, carezza la cavità orale senza mai essere esuberante. Freschezza gustosa e persistente nella beva.

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