Costa Toscana MC v/s Franciacorta

Come promesso, non mi sono perso la degustazione organizzata ad Anteprima vini dei metodi classici della costa toscana in paragone con quelli del lago d’Iseo. A mio modo di vedere la cosa poteva anche essere evitata in quanto le due tipologie di prodotto non hanno nulla in comune a parte il metodo di produzione. Si vede che il nome Franciacorta attira appassionati e non,  infatti la sala era con molte presenze. Bernardo Conticelli, seppur con qualche inesattezza qua e la, ha saputo illustrare le peculiarità dei vari vini e zone.

Prima batteria, in veste bianca,ha visto a confronto L’Erede della ditta Cupelli, il Cuor di Cru della ditta Diegale e La Regola dell’omonima azienda.  Cupelli, degustato nella prima edizione di FBM è quello che ha convinto di meno, complice una struttura con un eccessivo tenore alcolico ed una bollicina che tendeva a scappare dal vino. Per le altre due aziende confermo le mie impressioni di beva di FBM IV che potete leggervi cliccando sul nome dell’azienda. Filo conduttore dei tre prodotti una buona sapidità nel finale di beva raggiunta da vitigni diversi in territori altrettanto eterogenei.

Seconda batteria dedicata ai prodotti rosati. In sequenza, il metodo classico di Michele Satta proveniente da uve Sangiovese al 100% proposto solo in magnum. Ancora fuori commercio con la dizione “riserva di casa” ha una buona componente di frutto rosso con piacevoli ricordi agrumati e grip in bocca grazie ad una bollicina perfettamente integrata. A seguire un altro Sangiovese 100% della ditta Usiglian del Vescovo, il “Bruvé”. Colore decisamente più carico del precedente. Naso che arricchisce la parte fruttata e floreale con sensazioni di pasticceria e note di tabacco. In bocca ha una struttura più larga. La percezione dell’alcol è decisa e fa perdere di eleganza la beva. Passiamo a Tenuta Mariani, “Fût de Chêne” Brut 2014, Sangiovese 100%. Il prodotto  si presenta più maturo di quando lo avevamo assaggiato. Naso più pungente e bocca con maggiore freschezza e più dinamismo gustativo. Quando l’incidenza del legno sarà ridotta ai minimi termini sarà veramente interessante. Chiudiamo la batteria dei toscani con  Fattoria di Montechiari, “Donna Catherine”, Brut 2013, Pinot nero 100% la cui descrizione non si discosta da quanto già degustato in FBM IV.

Ultima batteria i due Franciacorta. Ripeto che si poteva evitare benissimo questo confronto in quanto territori ed uvaggi diversi sono difficilmente comparabili. Giova anche ricordare che Franciacorta è un territorio dedicato al metodo classico, la prima bottiglia fu prodotta nel 1961, mentre i produttori toscani hanno ben altro core business. Primo dei due prodotti il Pinot nero 100% dell’azienda Contadi Castaldi “Pinònero Natura” Millesimato 2009. Colore giallo paglierino intenso. Naso ricco di sensazioni fruttate, agrumate, floreali e di pasticceria. Trait d’union naso bocca, una nota di miele che rende largo il vino in bocca. Piacevole la bollicina che aiuta la freschezza a contrapporsi all’insieme delle morbidezze. Per essere un 60 mesi mi aspettavo qualcosa di più, ma la struttura importante, che ora penalizza il gusto, dovrebbe renderlo longevo e quindi da riassaggiare. A chiudere la degustazione un altro rosè questa volta dell’azienda Bellavista. Cuvée di Chardonnay e Pinot nero del millesimo 2011. Rosa tenue alla vista con buona produzione di bollicine nel bevante. Naso meno intenso del precedente, elegante nei profumi. Riconoscibile la fragranza dei lieviti e la parte fruttata sia a pasta bianca che di piccoli frutti rossi. Bocca caratterizzata da piacevole freschezza con ritorni ai piccoli frutti rossi percepiti al naso. Piacevole al gusto e dotato di buon grip che lo rendono più elegante del precedente.

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